Rapsodia americana 2023 by Marco Bardazzi

autore:Marco Bardazzi [Bardazzi, Marco]
La lingua: eng
Format: epub

Aristocrazia americana

L’altra cosa che gli innovatori sanno fare è trasformare la resistenza dei tradizionalisti e dello status quo in una molla creativa. Quanti insegnanti di musica avevano provato a convincere George a fare studi regolari e a seguire una strada classica come quella di Aaron Copland? Che tipo di compositore sarebbe stato Gershwin se fosse andato subito in Europa, invece di strimpellare pianoforti in Tin Pan Alley? Sono domande senza risposta e senza tempo, come quelle che decenni dopo riguarderanno personaggi come Steve Jobs: esisterebbe Apple se il suo fondatore avesse seguito regolarmente le lezioni di informatica, invece di vagabondare scalzo come un hippy nel campus di Stanford, entusiasmandosi solo per un corso di calligrafia?

Sfidare l’establishment, la critica e le consuetudini è ciò rende così nuovi questi anni Venti in cui ci stiamo muovendo. E forse, per capirlo fino in fondo, ci conviene lasciare George alle prese con il suo trionfo, i giornali da leggere e le lettere a cui rispondere, per spostarci da New York a Chicago, la seconda grande locomotiva d’America. Perché è qui che troviamo le radici del successo dell’altro geniale innovatore che abbiamo già incrociato a Manhattan e che probabilmente l’altra sera non era all’Aeolian Hall perché impegnato in qualche festa.

Chicago è la tradizione che Francis Scott Fitzgerald ha voluto sfidare, è la fonte d’ispirazione che gli sta permettendo di cambiare l’intera letteratura americana e mondiale. Chicago è il segreto dell’innovazione di Scott. Perché qui ci sono Ginevra King e la sua famiglia.

Attraversiamola, questa straordinaria e gelida città affacciata sul lago Michigan. I suoi edifici non hanno niente da invidiare a quelli di New York, l’idea del grattacielo del resto è nata qui, dovendo pensare a come ricostruire Chicago dopo un gigantesco incendio. La città è ricca, piena di energia, traboccante di immigrati. Non ci sono solo gli europei, giunti in massa negli ultimi decenni. Ci sono anche i neri, per i quali la città è diventata la via di fuga dalla miseria del Sud. In decine di migliaia sono arrivati con la Grande Migrazione che sta cambiando il volto all’America. Anche Louis Armstrong è appena passato di qui, portando con sé il ritmo di New Orleans e conquistando la città prima di spostarsi a New York.

Chicago inventa tante cose, non tutte positive. In questi ultimi anni ha «inventato» un nuovo tipo di criminale, il gangster, capace di una violenza tale da sconvolgere la città e intimidire i suoi poliziotti. Il proibizionismo è la sua festa, il modo per arricchirsi facilmente, e adesso nelle strade di Chicago comandano i tirapiedi di un italo-americano che si è spostato qui da New York e ha preso il controllo di tutto, compresi il City Hall e i vertici della polizia: Al Capone.

Ma Chicago è anche old money, è il luogo dell’aristocrazia dei soldi, quella che si sente più vicina alla nobiltà inglese e alla finta nobiltà di Boston e del New England, che non all’imprenditorialità dei ricchi newyorchesi. Per capire questo mondo, dobbiamo lasciare le strade del centro e l’eco delle mitragliatrici dei gangster e risalire il lago Michigan.

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